ACQUE E GRANITI

Il granito è una roccia eruttiva intrusiva, (che solidifica nel sottosuolo), che si trova in prossimità di aree sismiche, quale il territorio delle serre Calabre ed in genere nelle catene Appenniniche.
Un grosso giacimento si trova appunto a Serra San Bruno. La sua costituzione è tale da essere uno dei graniti più importanti d’Italia.
Nella sua struttura troviamo silicio assieme al quarzo, feldspati alcalini, mica ed ortoclasio, un componente essenziale del feldspato. La struttura è granulare variabile dal fine al grossolano.
Per questo motivo le varietà più pregiate vengono, o meglio, sono state adoperate come materiale da costruzione, per strutture portanti, per pilastri, zoccoli, per monumenti, cordonature di marciapiedi e per pavimentazione. 

A Serra San Bruno la tradizione del granito ha antiche origini.
Già nel Rinascimento si estraeva il materiale per fabbricare edifici, il periodo di maggior splendore dell' arte fu il barocco, durante il quale nacquero chiese, come l'Addolorata, vero gioiello architettonico. Tra il diciottesimo ed il diciannovesimo secolo il territorio fu luogo preferito da artisti, scultori ed architetti, richiamati dalla rinascente Certosa, la cui importanza era molto nota.
Fra i vari artisti uno dei più illustri è stato David Maller, le cui opere sono sparse un po' ovunque, specie nella chiesa Matrice di Terravecchia
Questi artisti ebbero la capacità di formare e guidare la maestranza Serrese che in seguito fu rinomata anche nei paesi limitrofi ed in tuttala Calabria.

Tutte le chiese di Serra San Bruno conservano opere dell’antica Certosa, che, per le sue vicessitudini
ed i suoi numerosi restauri, fu fonte di benessere per la popolazione e
splendore per gli edifici che in seguito sorsero.
Gli artisti che ebbero i natali a Serra furono numerosi, tra cui intere generazioni: i Barillari, gli Scrivo, Pisani, gli Scaramuzzino, ecc.  
Gli scalpellini Serresi, inoltre, creavano portali e monumenti, ed erano famosi non solo nel paese ma anche nei paesi vicini del Catanzarese, del Vibonese e del Reggino.
Numerose sono nella montagna le cave di granito, dove i vari artisti prelevavano il materiale, Tra queste la cava del “Caricatore”, “Pietra
lammienzu”, “Pietre delle Bocce”, le “Neviere” (cava di “Lo Moro”, scalpellino e artista molto noto) ed infine le cave di Monte Pecoraro.

Tra gli artisti spiccavano i nomi di A. Scrivo e G. Fonzago.
Le testimonianze che oggi restano dell’antico splendore sono costituite dai numerosi portali con le varie forme di grande valore artistico. Palazzi, come quello di Tedeschi, Taverna e del Vescovo Peronacci, mMostrano addirittura facciate
con decorazioni di granito finemente lavorato. In diverse abitazioni i pavimenti sono interamente in lastroni di pietra di granito, così pure le scale che portano ai piani superiori.
Molto suggestivo é il palazzo Peronacci con annessa la fontana, che, per il notevole valore artistico, è dichiarato monumento nazionale.

Numerose sono pure le testimonianze di altre fontane, la più antica delle quali si trova a Santa lato interamente di granito.  
Molti sono gli stemmi appartenenti a nobili ed a vescovi locali, molti dei quali, per negligenza dei vecchi amministratori, sono stati eliminati di proposito.
Girando per le vie di Serra abbiamo deliberatamente Maria nel Bosco, datata anno 1101.
Meno di cinquant'anni fa, tutti i rioni di Terravecchia e del centro storico annoveravano una propria fontana: Schiccio, Bon signuri, Li Cheli, la Pisciareda, Guido, San Rocco e quella di San Giovanni.